È Roma la tappa finale nel percorso di formazione durato 4 anni per la nuova generazione di vulcanologi: si è conclusa oggi, presso la sede centrale dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, la conferenza finale del progetto europeo Improve, finanziato dalla Commissione Europea nell’ambito del programma Horizon 2020, che ha fatto il punto sui risultati di una rete dedicata allo studio multidisciplinare dei vulcani. Sotto il coordinamento dell'Ingv, Improve ha infatti coinvolto 9 istituzioni accademiche e 3 aziende provenienti da Italia, Spagna, Francia, Germania, Regno Unito, Irlanda e Islanda, con l’obiettivo di formare 15 giovani ricercatori internazionali.
"Improve ha rappresentato un'opportunità unica per costruire una nuova generazione di vulcanologi - ha affermato il presidente dell'Ingv Fabio Florindo durante l'apertura della conferenza - capaci di dialogare con il mondo dell’industria e della ricerca scientifica avanzata”.
Il cuore scientifico del progetto si è concentrato su due vulcani emblematici: la caldera del Krafla in Islanda e l’Etna in Italia. Quest'ultimo in particolare, tra i vulcani più attivi e monitorati al mondo, ha offerto l’ambiente ideale per sperimentare analisi basate su molti parametri, Intelligenza Artificiale e simulazioni numeriche, che hanno permesso di mettere in relazione le più piccole variazioni superficiali con le dinamiche profonde del magma.
Oltre ai 2 grandi esperimenti sui vulcani Etna e Krafla, nel corso del progetto durato dal 2021 al 2025 sono stati realizzati anche 4 scuole internazionali in Italia, Irlanda, Islanda e Germania, 5 corsi di specializzazione in Italia, Francia, Regno Unito, Spagna e Germania, 8 moduli di insegnamento digitali disponibili anche su YouTube e un workshop dedicato al dialogo tra scienza e industria.
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