
Una ricerca su oltre 12mila adulti ha analizzato il legame tra consumo di dolcificanti e invecchiamento cerebrale. Scoprendo che...
Eu.Spa.
17 settembre - 16:37 - MILANO
Bere bibite light, dolcificare il caffè con l'aspartame, sgranocchiare caramelle senza zucchero: gesti quotidiani che milioni di persone compiono convinte di fare una scelta salutare. Ma se invece fosse il contrario? Se quei sostituti del dolce che consideriamo innocui finissero in realtà per accelerare l'invecchiamento del nostro cervello?
È quanto suggerisce uno studio dell'Università di São Paulo pubblicato su Neurology, la rivista medica dell'Accademia Americana di Neurologia, che per 8 anni ha seguito 12.772 adulti brasiliani analizzando diversi edulcoranti. Il risultato? Sei dolcificanti su sette sarebbero associati a un deterioramento più rapido delle capacità cognitive. Chi ne consumava di più mostrava un declino della memoria e delle funzioni cognitive del 62 % più veloce rispetto a chi ne assumeva meno. Come se il cervello invecchiasse di 1,6 anni ogni anno.
Dolcificanti a rischio: lo studio
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I ricercatori hanno analizzato aspartame, saccarina, acesulfame-K, eritritolo, xilitolo, sorbitolo e tagatosa, sostanze presenti in bibite light, yogurt a basso contenuto calorico, dolci senza zucchero e gomme da masticare. Gli oltre 12mila partecipanti, con un'età media di 52 anni, sono stati divisi in tre gruppi: chi consumava meno edulcoranti (20 milligrammi al giorno), chi ne assumeva quantità intermedie e chi più di tutti (191 milligrammi quotidiani, l'equivalente di una lattina di bibita light).
Sottoposti a test cognitivi per valutare memoria, linguaggio e velocità di elaborazione, i risultati sono stati chiari: all'aumentare del consumo corrispondeva un peggioramento delle performance mentali. Chi si trovava nel gruppo intermedio mostrava già un deterioramento del 35 per cento più rapido, pari a 1,3 anni di invecchiamento in più. L'effetto era più marcato nelle persone sotto i 60 anni e in chi soffriva di diabete. "I dolcificanti a basso contenuto calorico o senza calorie sono spesso considerati un'alternativa salutare allo zucchero, tuttavia i nostri risultati suggeriscono che alcuni edulcoranti possono avere effetti negativi sulla salute del cervello nel tempo", spiega Claudia Kimie Suemoto, autrice principale dello studio.
una buona notizia
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C'è però una buona notizia: un edulcorante si salva. La tagatosa, zucchero naturale estratto dal lattosio, non è risultata associata ad alcun deterioramento cognitivo. Mentre tutti gli altri - aspartame, saccarina, acesulfame-K, eritritolo, sorbitolo e xilitolo - mostrerebbero legami con il declino delle funzioni mentali, soprattutto della memoria.
Attenzione: lo studio, pur solido per dimensioni e durata, mostra un'associazione, non una causalità diretta. "Sebbene abbiamo trovato collegamenti con il deterioramento cognitivo nelle persone di mezza età, sia con diabete che senza, le persone con diabete sono più propense a usare edulcoranti artificiali come sostituti dello zucchero", precisa Suemoto. "Ma sono necessarie ulteriori ricerche per confermare i risultati e verificare se alternative allo zucchero raffinato, come la purea di mele, il miele, lo sciroppo d'acero o lo zucchero di cocco, non presentino gli stessi rischi". Inoltre, i partecipanti hanno riferito la propria dieta volontariamente, il che potrebbe generare errori di memoria, e non tutti gli edulcoranti sul mercato sono stati analizzati. Tuttavia, lo studio apre interrogativi importanti su sostanze che consumiamo quotidianamente, pensando di proteggere la nostra salute.