13 settimane senza scuola, consigli di sopravvivenza per i genitori

3 giorni fa 4

L’estate dovrebbe essere sinonimo di vacanza e leggerezza ma, per molti genitori italiani, si trasforma in una maratona logistica e mentale. Con 13 settimane circa di chiusura scolastica, il 72% delle famiglie ammette di dover fare “grandi sacrifici” per trovare soluzioni di custodia per i propri figli(1) e il 63% delle madri lavoratrici si dichiara “esausta” in questo periodo(2). Non è un caso se l’Ordine degli Psicologi della Lombardia segnala un aumento del 30-40% delle richieste di supporto genitoriale tra giugno e agosto: ansia, irritabilità, conflitti e senso di inadeguatezza sono all’ordine del giorno.
“Durante l’estate ci sarebbe più tempo per condividere giochi, passioni e momenti di qualità con i figli ma spesso la realtà è ben diversa”, spiega Mara Compagnoni, psicologa e psicoterapeuta attiva anche su Doctolib.it, la app gratuita che aiuta i cittadini nella gestione della propria salute. “Con i genitori al lavoro e pochi giorni di ferie a disposizione, si rischia di vivere le vacanze con frustrazione, stress e sensi di colpa. E non solo per le mamme: oggi spesso anche i papà si trovano coinvolti nella giostra dell’accudimento estivo”.

Quel senso di colpa che non va mai in ferie

C’è chi si sente in colpa per non riempire le giornate dei figli con attività stimolanti, chi perché li lascia a nonni, centri estivi o babysitter. “Il senso di colpa genitoriale”, racconta Compagnoni, “ha radici profonde, biologiche e culturali. È il riflesso del nostro sistema motivazionale di accudimento, che si attiva quando percepiamo i nostri figli in difficoltà e non riusciamo a soddisfare il loro bisogno di cura”.

Ma la soluzione non è diventare supereroi multitasking. “Bastano pochi momenti di qualità, vissuti con autenticità. Fare insieme attività cooperative, come sport o giochi di squadra, aiuta i bambini a sviluppare autonomia e noi adulti a sentirci meno inadeguati e sotto pressione. E sì, anche un po’ meno in colpa”.

Stop alla trappola della “vacanza perfetta”: la felicità è nell’equilibrio

Altro grande mito da sfatare è quello della vacanza perfetta. Quella con l’albergo da sogno, le attività su misura, i figli felici e mai annoiati. “Attenzione”, avverte la psicologa, “perché creare aspettative irrealistiche rischia solo di generare ulteriore stress, ansia e frustrazione. Meglio patti chiari: decidere insieme, prima della partenza, qualche regola condivisa per una convivenza più serena. Una vacanza equilibrata prevede momenti di attività per tutti ma anche tempo per riposare”.

Un piccolo trucco? “Mantenere una routine, anche in vacanza. Più flessibile, certo, ma che dia ai bambini una base rassicurante. E va bene anche annoiarsi: la noia stimola la creatività, non va evitata a tutti i costi”.

“Parliamone”: la parola d’ordine per evitare conflitti familiari

Estate significa più tempo insieme. E questo può voler dire anche più occasioni di scontro, con il partner, i figli, i nonni. “La chiave”, spiega Compagnoni, “è la comunicazione. Parlate tra voi adulti prima di partire: cosa desideriamo da queste vacanze? Cosa ci aspettiamo l’uno dall’altro? Bisogna chiarire in anticipo le esigenze reciproche e trovare compromessi condivisi. Mettere sul tavolo aspettative e bisogni può evitare malintesi e tensioni. Con il dialogo e la cooperazione i conflitti si possono affrontare senza farsi sopraffare”.

Anche con figli e nonni vale la stessa regola: “Spiegare, ascoltare, negoziare. I nonni sono fantastici alleati ma vanno coinvolti nelle regole del gioco per evitare che vanifichino, senza volerlo, i nostri sforzi educativi”.

Compiti delle vacanze: missione impossibile?

Infine, i temutissimi e odiati compiti estivi. Come affrontarli senza drammi?

“Meglio evitare di iniziarli subito”, consiglia la psicologa, “è importante concedere ai bambini un periodo di decompressione dopo la fine della scuola. Quando si riparte, stabilite una routine leggera: mezz’ora ogni due giorni per i piccoli, un’ora per i più grandi, magari al mattino o dopo pranzo, evitando la sera”.

Ma devono farli da soli? “L’autonomia è una conquista lenta. Non dobbiamo sostituirci ai nostri figli ma accompagnarli, motivarli, guidarli con fermezza e dolcezza e aiutarli a tollerare la frustrazione”.

In conclusione: più autenticità, meno perfezione

L’estate può trasformarsi, alla fine, in un’occasione di crescita e connessione per tutta la famiglia.

“E non dev’essere perfetta per essere felice”, conclude la psicologa , “anzi, spesso è proprio nei piccoli imprevisti, nelle giornate lente e nei momenti condivisi senza pressioni che si nasconde il vero relax. Con un pizzico di organizzazione e di flessibilità, un po’ di empatia e di attenzione al benessere di tutti e tanta comunicazione, il caos estivo può rappresentare una straordinaria occasione di crescita familiare”.

Le 5 regole della sopravvivenza estiva secondo la psicologa Mara Compagnoni

Le 5 regole della sopravvivenza estiva secondo la psicologa di Doctolib.it Mara Compagnoni:

1. Routine (flessibile) per sentirsi al sicuro: mantenere anche durante le vacanze una certa stabilità negli orari e nelle abitudini quotidiane è fondamentale. Non servono schemi rigidi ma avere dei punti fissi, come orari dei pasti o momenti dedicati al riposo, aiuta grandi e piccoli a sentirsi più sereni. La totale assenza di regole può, infatti, generare disorientamento, irritabilità, confusione, nervosismo e tensioni familiari.

2. Attività di squadra per rafforzare il legame e allentare il senso di colpa: condividere giochi, sport, lavoretti creativi, piccole sfide in famiglia o attività motorie da fare insieme crea una connessione emotiva e rafforza il legame tra genitori e figli. Questi momenti aiutano a contrastare il senso di colpa che molti adulti provano quando non riescono ad essere presenti come vorrebbero e, allo stesso tempo, stimolano nei bambini il senso di autonomia e collaborazione.

3. Comunicazione assertiva, chiara e rispettosa: le vacanze in famiglia possono essere terreno fertile per i conflitti. Il segreto è parlarsi prima. Esplicitare desideri e aspettative, limiti e bisogni tra i partner e con i figli aiuta a prevenire frustrazioni e incomprensioni. Anche gli eventuali nonni presenti vanno coinvolti in questo patto educativo per mantenere coerenza e armonia.

4. No alla vacanza perfetta, sì alla noia creativa: idealizzare la vacanza perfetta può generare frustrazione. Le aspettative troppo alte sono, infatti, nemiche del benessere. Meglio programmare meno e adottare un atteggiamento flessibile, aperto all’imprevisto, accettando che non tutte le giornate debbano essere piene di attività. Anche la noia ha un valore educativo perché stimola la creatività, insegna a gestire il tempo libero e contribuisce allo sviluppo dell’indipendenza.

5. Compiti sì ma con leggerezza e senza stress: niente full immersion da subito. Serve una fase di decompressione prima di riprendere con gli impegni. Poi, conviene stabilire una routine sostenibile (30 minuti ogni due giorni per i più piccoli, un’ora per i grandi) per non trasformare i compiti in una punizione. I genitori dovrebbero accompagnare i figli nel processo senza sostituirsi a loro, offrendo supporto emotivo e aiutandoli a tollerare la frustrazione, così da favorire una vera autonomia.

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

Leggi l’intero articolo